venerdì 29 maggio 2009

FRANCIA: SCUOLE VIOLENTE; SARKOZY, PERQUISIRE CARTELLE


Si avvicinano le elezioni e Nicolas Sarkozy torna il Super-Sarko' dei tempi in cui voleva ripulire la banlieue dai teppisti con il ''karcher'', il compressore in uso ai netturbini. Nel mirino del presidente della repubblica, scuole e - di nuovo - periferie: insegnanti a perquisire le cartelle dei ragazzini, unita' mobili e ''nemmeno piu' una tromba di scale abbandonata ai delinquenti''. A dieci giorni dalle elezioni, l'ondata di reazioni al discorso pronunciato oggi dal capo dell'Eliseo sul nuovo arsenale di leggi antiviolenza e' stata enorme. Soprattutto perche' Sarkozy ha parlato soprattutto di blindare le scuole, di controllare gli studenti e tutto quel che hanno in tasca, dando il potere di perquisire a insegnanti e personale di assistenza. ''Le scuole devono diventare santuari al riparo da ogni forma di violenza'' ha tuonato Sarkozy dando il via libera alle proposte del ministro dell'Istruzione, Xavier Darcos, che da qualche giorno aveva lanciato l'idea di metal detector e perquisizioni all'ingresso degli istituti. ''Questi non conoscono la scuola, ne' gli studenti - ha ironizzato il Verde Daniel Cohn-Bendit in tv - se suona l'allarme del metal detector diventa una nuova sfida, un divertimento. Vogliamo vedere a che ora si riesce a cominciare a entrare in classe con questi sistemi?''. Ma Sarkozy, che ai provvedimenti di polizia estremamente decisi aveva fatto il callo durante la permanenza a capo del ministero degli Interni, prima di essere eletto all'Eliseo, non si e' fermato qui: gli insegnanti dovranno essere ''autorizzati'' a perquisire le cartelle, e un apposito decreto dovrebbe scattare entro un mese per consentire, alla ripresa dell'anno scolastico, piena operativita' delle nuove norme. Dovra' essere portato a termine uno studio particolare su 184 istituti individuati come i piu' ''caldi'' di Francia e i provveditori dovranno avere a disposizione ''unita' mobili'' di agenti da spedire nelle scuole. Agli ingressi o anche nei dintorni. Il discorso di Sarkozy e' partito dalle recenti ondate di violenze negli istituti di Francia, soprattutto accoltellamenti e aggressioni da parte di ragazzi nei confronti degli insegnanti. Non sono mancate risse, regolamenti di conti, rapine e racket: ''i reati sono aumentati del 4% a marzo - ha ammesso Sarkozy - e di oltre il 2% in aprile. E a maggio ci aspettiamo cifre indubbiamente difficili''. La rotta e' quindi segnata: ''basta con il buonismo'', basta ''con la dittatura dei buoni sentimenti'', avanti tutta ''senza remore e concessioni'' per lottare contro ''bande e violenze urbane, traffici di droga e di armi''. Le banlieue sono piu' che mai nel mirino, ''dobbiamo riconquistare'' i quartieri caduti in mano ai delinquenti - ha detto - ''funzionari specializzati avranno il compito di individuare tutti i segnali esterni di improvvise ricchezze e colpire i malviventi nel portafogli''. Video-sorveglianza, prevenzione e tutto quanto ''troppo lasciato andare in questi ultimi anni'', ha aggiunto il presidente. Con qualche particolare crudo che mirava a colpire l'immaginario dei francesi: ''nemmeno piu' una strada, una cantina, una tromba delle scale, deve rimanere abbandonata ai teppisti''. Oggi Sarkozy ha ricevuto il plauso della ministra italiana Mariastella Gelmini: ''Credo che Sarkozy non abbia assunto queste misure a cuor leggero, penso che se le ha assunte ha visto che si sono rese necessarie''. La linea dura del presidente francese, ha infatti trovato d'accordo il ministro . ''Constato a malincuore questo aumento della violenza nelle scuole, ma e' chiaro che la scuola non puo' diventare una zona franca e non puo' essere un luogo dove la violenza e' ammessa. Quindi, se si verificano casi gravi, come in quello della Francia, penso che Sarkozy abbia fatto bene a prendere le misure conseguenti'', ha osservato il ministro. ''In Italia - ha aggiunto - non abbiamo una situazione cosi' pesante, di cosi' forte violenza. Stiamo pero' combattendo il bullismo e situazioni in cui si verificano alcune conflittualita' all'interno della scuola, ma la situazione e' molto piu' tranquilla''.

mercoledì 27 maggio 2009

Accoglienza degli adolescenti, seminario al Tribunale per i minorenni


L'accoglienza di adolescenti è stato il tema del sesto seminario di studi giuridico-sociali, alla presenza di 145 partecipanti ...nel Tribunale per i Minorenni di Catanzaro su iniziativa del Tribunale stesso, del Centro Giustizia Minorile Calabria e Basilicata e dell'Associazione Nazionale Pedagogisti Italiani (ANPE). ...La relazione principale è stata tenuta da Alessandro Padovani, direttore dell'Istituto ''Don Calabria' - Comunità S. Benedetto - di Verona, nonché componente privato della Sezione Minori della Corte d'Appello di Venezia. Padovani ha esortato ad una lucida analisi di ciò che funziona e di ciò che non funziona con gli adolescenti. Interventi integrati, precoci e tempestivi, i cui ingredienti minimi sono l'attenzione, la comunicazione e il coinvolgimento dei genitori, devono essere effettuati in una logica pedagogica educativa non con interventi funzionali ai professionisti, discontinui e non coordinati, controproducenti in quanto acuiscono le sofferenze psicologiche dei minori e bloccano le loro capacità decisionali. Il fatto che 95 adolescenti su 100 rimangono nei circuiti di assistenza è significativo del precariato di molti adulti rispetto agli adolescenti e della crisi di credibilità a cui gli adulti vanno incontro se con la loro disattenzione e con i loro interventi superficiali e non coesi favoriscono la persistenza o la ripetizione dei fenomeni negativi che vorrebbero arginare. Un atteggiamento di responsabilità porta a rifiutare gli interventi protettivi in stile maternage camuffati da interventi educativi e ad esigere la capacità di valutare gli effetti degli interventi progettati, considerando il contesto sociale e familiare degli adolescenti e non perdendo di vista il loro riscatto dai processi di esclusione. Rosa Fiore, responsabile del settore prevenzione del Centro Calabrese di Solidarietà e del Centro polivalente per i giovani del Comune di Catanzaro, sito in via Fontana Vecchia, dove si alternano 70-80 utenti al giorno, tra cui disabili, rom ed extracomunitari e altri 4 educatori con lo stile della peer education, ha rimarcato come i giovani vengono alla ribalta solo per alcuni episodi di vandalismo (es. creolina nelle scuole, scritte sui muri) ma in effetti sono piuttosto trascurati e anche addormentati. Gli adolescenti, categoria inventata dal nostro sistema economico, sono in effetti degli adulti marginali, privi di spazi sociali e lavorativi; ma è anche vero che, se affiancati da adulti capaci di ascoltarli e di coinvolgerli in progetti da realizzare insieme, i giovani si dimostrano capaci di costruire e di esercitare in modo positivo la loro libertà. Nelle conclusioni il giudice Carlo Caruso ha criticato l'atteggiamento dottrinale assunto da diversi presunti educatori, falsi maestri che assumono il tema della legalità (minimo etico) come argomento da palcoscenico su cui si esibiscono distribuendo a piene mani precetti e divieti ma non sono capaci di ascoltare gli altri e forse neanche se stessi né di superare le illusioni e gli schemi ideologici. Il rapporto educativo con gli adolescenti richiede grande sensibilità e capacità di ascolto e di accoglienza per ogni persona, nel rispetto della sua dignità, pegno di credibilità, di autorevolezza e di sicura efficacia dei pur doverosi interventi di correzione.La conclusione dei seminari giuridico-sociali è prevista per giovedì 18 giugno a livello regionale a Catanzaro alla presenza di Maria Luisa De Natale, pro-rettore della Università Cattolica di Milano, unitamente alle autorità e ai responsabili dell'intero percorso formativo realizzato durante l'anno.

"Il bambino di cioccolato" di Roberto Grande



Dieci storie di bambini e adolescenti nella narrazione del loro psicoterapeuta. I I fatti di cronaca hanno sempre più spesso per protagonisti bambini e adolescenti; e non solo nelle vesti di vittime, ma anche di carnefici. Il disagio, la sofferenza possono tradursi in mutismo ed estraneazione come in violenza e bullismo, oppure - sotto forme meno eclatanti - in uno scarso rendimento scolastico o un generale atteggiamento di sfida nei confronti dei genitori. Allarmati, questi ultimi e sovente le scuole chiedono l’intervento degli psicoterapeuti.Roberto Grande è uno di questi. Le storie che narra in questo libro sono i casi esemplari di cinque bambini e cinque adolescenti. In primo piano ci sono loro, e con loro la voce del terapeuta, dei suoi dubbi, delle sue ansie, della sua rabbia di fronte a ciò che sta attorno a questi bambini e adolescenti: un mondo di fretta, di soldi, di consumi, di parole mal dette o mai dette, di emozioni soffocate, di paure. Di genitori distratti che, per un figlio "malfunzionante", chiedono solo una rapida riparazione. Di un mondo adulto solo in apparenza, al quale bisogna chiedere di crescere per i suoi figli, insieme a loro, affinché diventi un mondo migliore di questo. Ponte alle Grazie, euro 15, pagine 224

lunedì 25 maggio 2009

Gravidanze precoci in Inghilterra


E' un tema particolarmente trattato in questi ultimi mesi che ha scosso notevolmente la comunità dei genitori, degli educatori e delle istiuzioni italiane, un esempio di "avanguardia sociale" non di certo invidiabile...
Questo è uno dei siti inglesi in cui i giovani possono trarre informazioni utili su come prevenire gravidanze precoci ed a quali strutture rivolgersi in caso di necessità:
tratto da un articolo del sito italiano http://www.icn-news.com/?do=news&id=6666

domenica 24 maggio 2009

EMERGENZA EDUCATIVA: suicidi giovanili, uno strazio che interroga


Lui, un quindicenne di origine indiana, adottato da una famiglia di Potenza, ha forse deciso di farla finita per una delusione d’amore. Così si è dato fuoco ed è morto. Lei, stessa età, milanese, si è gettata sotto il metrò. È stata salvata in extremis, ma perderà un braccio. Perché? Forse non aveva accettato la separazione dei genitori. Forse, forse, forse... Occorre ripeterlo mille volte quando si tenta di indagare le ragioni che por­tano un adolescente a scegliere di 'chiamarsi fuori', di non vivere più. Per­ché anche quando la motivazione sembrerebbe evidente – il giovane lu­cano aveva inviato un sms per spiegare il suo gesto – in realtà non c’è mai una sola ragione, un solo impulso. Dietro quella scelta di morte si intrec­ciano e si sovrappongono decine di sollecitazioni negative, di pensieri di­storti e fuorvianti. Forse, neppure loro, i ragazzi che non vogliono più vi­vere, potrebbero dire spiegare cosa c’era davvero dietro quel loro, terribi­le, innaturale, tragico salto nel nulla. Ieri Pransath Folliero, aveva mandato tre messaggini alla sorella, a un vi­cino di casa e a un amico: «Non ce la faccio più, sto per buttarmi. Mi tro­verete sull’asfalto», Così, per una delusione d’amore, si è suicidato dan­dosi fuoco con la benzina e gettandosi poi da una scalinata. Era stato a­dottato nel 1996 da una famiglia di Pignola (Potenza). Ieri mattina ha pre­so un autobus e invece di dirigersi al Liceo scientifico «Galilei», dove fre- quentava la IH, ha raggiunto una scalinata in centro. Dopo aver posato lo zai­netto, in cui aveva messo una bottiglia piena di benzina, ha preso il cellulare e ha inviato i tre sms. Poi il gesto fatale. Poco dopo l’arrivo della madre e del­la sorella (di due anni più grande). La ragazza era a scuola, all’istituto tecni­co commerciale «Nitti», alla periferia della città. In centro è stata accompa­gnata da un collaboratore scolastico a cui, durante il tragitto in automobile, aveva raccontato che Prasanth da alcuni giorni era triste, non mangiava. Tut­to a causa di «una cotta» sfortunata. Null’altro. Almeno in apparenza. I due fratelli, infatti, erano perfettamente integrati, benvoluti e amati dai genitori. Lui frequentava la parrocchia con un passato da chierichetto, si divertiva con chitarra e tastiere, non disdegnava lo sport. Senza particolari problemi né di studio né di amicizie. Molto simile la vicenda della ragazzina milanese che ha tentato di togliersi la vita. Ieri mattina, invece di andare a scuola, è scesa nella stazione Primatic­cio della Linea 1 del metro e si è gettata sotto il treno. Un gesto, avrebbe spie­gato la mamma, mai preannunciato prima. Qualche difficoltà l’aveva già in­contrata: una bocciatura scolastica, i genitori separati, forse un po’ di gelosia verso il fratello più piccolo. «La mamma - hanno riferito i carabinieri - ha det­to che la figlia l’anno scorso era stata bocciata e che era seguita da uno psi­cologo». Ma il nonno, Pietro V., ha smentito categoricamente che soffrisse di problemi psichici. «Non aveva mai assorbito il colpo della separazione dei ge­nitori, ma non c’era nessun segnale che facesse presagire un gesto simile».


«Dobbiamo ricondurre l’impulso a un ragionamento razionale», dice Anna Oliverio Ferraris. Adolescenti, ovvero impulsivi: in un istante decidono e mettono in atto. E a spingerli verso l’estremo può bastare quello che all’occhio adulto sembra un nonnulla, ma che per loro significa tragedia: «Una delusione da parte degli amici o della persona amata, una brutta figura di fronte al mondo, che poi magari è solo un brutto voto preso a scuola. Ma sempre più spesso emerge anche una depressione giovanile, legata magari alla situazione familiare che genera infelicità...». C’è un po’ di tutto nell’analisi proposta da Anna Oliverio Ferraris, docente di Psicologia dell’età evolutiva alla Sapienza di Roma e autrice di un recente libro dedicato ai suicidi adolescenziali ("Chiamarsi fuori", ed. Giunti), quasi un riassunto delle due vicende avvenute ieri.

Tratto da Avvenire.it del 24/05/09

La peer education contro la cultura dello sballo



Sono tre i suggerimenti che Vittorino Andreoli, psichiatra di fama internazionale, ... ha consegnato alla platea di adulti - c'ero anch'io - che ha seguito la sua conferenza: non sentitevi onnipotenti, anche voi sbagliate; evitate di dire "ai miei tempi", perchè le cose sono radicalmente cambiate e i confronti non sono possibili; ammettete con i vostri figli che anche voi siete fragili. Andreoli è stato invitato per parlare dei giovani. Oggi il mondo adolescenziale - ha detto lo psichiatra - è portato alla distruttività, è vittima di pulsioni di morte. Il 14% dei ragazzi accusa episodi di depressione clinica, che non è tristezza o malinconia, ma una vera e propria malattia. L'alcol, le sostanze che procurano dipendenza sono spesso scorciatoie che i giovani praticano nel tentativo di risolvere i loro problemi.Andreoli ha elogiato l'iniziativa del Comune che ha promosso un programma di 'peer education', che vuol dire letteralmente di 'educazione tra pari', da intendere in termini di età. E' più facile che i ragazzi ascoltino i loro coetanei che gli adulti: questo il principio. Il programma ha coinvolto in una attività formativa una settantina di giovani, dai 16 ai 24 anni. Il loro compito sarà quello di entrare nei bar e nei luoghi di ritrovo frequentati dagli adolescenti per testimoniare che è possibile divertirsi, fare festa, stare con tutti anche senza sballarsi. L'invito che rivolgeranno sarà, in primo luogo, quello a non bere. Molti gestori di bar hanno già dichiarato la loro disponibilità a sostenere il progetto. Per Andreoli ci sono spazi in cui la comunicazione tra ragazzi è enormemente più efficace delle forme tradizionali di educazione, gestite dagli adulti: genitori o insegnanti.

giovedì 21 maggio 2009

Adolescenti a lezione di sessualità



Ciao, ho trovato un video interessante sul tema dell'educazione alla sessualità nelle scuole secondarie e, non potendolo allegare, ve ne segnalo l'indirizzo. E' una vera e propria lezione tenuta da esperti. Buona visione!

domenica 17 maggio 2009

Quando la cura non serve (al paziente)


... Per sgombrare il campo da tanta confusione e ignoranza che esiste ancora oggi in Italia su questi temi, voglio rammentare che gay si diventa, senza una scelta volontaria, come normale possibilità dello sviluppo umano. Così come eterosessuali non si nasce, ma si diventa come altrettanta normale possibilità dello sviluppo. Non sono io a dirlo, ma decenni di ricerche e studi scientifici che hanno portato non solo ad eliminare l’omosessualità dalla lista dei disturbi mentali, ma anche a considerarla un’espressione del tutto naturale dell’affettività e della sessualità umana.
Questa è infatti la posizione ufficiale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e di tutte le Associazioni ufficiali che rappresentano gli psicologi e gli psichiatri europei e americani. L’APA, l’Associazione degli Psicologi Americani, per esempio, riporta nel suo sito una nota informativa sull’omosessualità molto chiara ed esplicita.
L’Ordine dei Medici e quello degli Psicologi italiani considerano un grave abuso professionale, passibile di sanzioni deontologiche, ogni tentativo del professionista volto a modificare l’orientamento sessuale di un paziente. tratto da http://queer.vareseblog.it/category/storie-di-ordinaria-omofobia/

17 maggio giornata internazionale contro l'omofobia


GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO L'OMOFOBIA, LE INIZIATIVE A FIRENZE Nelle scuole un progetto sul bullismo e le discriminazioni di genereDomenica 17 maggio, in occasione della giornata internazionale contro l’omofobia, la città di Firenze organizza alcune iniziative: la prima è la campagna di sensibilizzazione sul tema, mediante l’affissione dei manifesti e la veicolazione dei deplianti informativi in alcune piazze della città. L’assessore alle pari opportunità e cultura delle differenze ha ricordato che il lavoro di informazione deve essere svolto fin dalla scuola, in modo da contrastare le discriminazioni e gli atteggiamenti violenti, e far nascere il rispetto dell’altro e delle sue diversità. L’amministrazione sta già operando in questo ambito e tra le offerte formative, per le scuole secondarie di primo grado, è incluso un progetto su bullismo e discriminazioni legate agli stereotipi di genere, dal titolo “Da Giove a Giunone a Barbie e Ken”. Hanno partecipato quest’anno 512 alunni, provenienti da 10 scuole, e 21 insegnanti. Il progetto è nato con lo scopo di educare gli alunni ad un atteggiamento più flessibile verso i generi e i ruoli di genere, e quindi renderli capaci di analizzare criticamente gli stereotipi e le loro conseguenze su un piano psicologico e sociale. L’iniziativa è stata coordinata da una psicologa, esperta sulle tematiche di genere, che opera attraverso giochi esperenziali e lezioni.E’stato poi ricordato che l’amministrazione fiorentina ha aderito, fin dal giugno 2007, alla “Carta d’Intenti”, ovvero la rete nazionale delle pubbliche amministrazioni contro le discriminazioni in tema di orientamento sessuale e sull’identità di genere.Per quanto riguarda gli appuntamenti sabato 16 maggio, dalle 15,30 alle 18, l’Arcigay promuoverà una campagna di sensibilizzazione con materiale informativo, in alcune piazze fiorentine. Il Presidente del Quartiere 1 ha ricordato che, sempre nello stesso giorno, alle 21, all’ex carcere delle Murate, viene inaugurata la mostra itinerante “What sex is an angel?”. E’ una mostra ideata, curata e realizzata dai ragazzi del biennio di specializzazione dell’Istituto I.S.I.A di Firenze. Seguirà un dibattito sul tema omo-transfobia e sulle gravi forme di discriminazione nei confronti di persone omosessuali e transessuali.

giovedì 14 maggio 2009

Ecco la saga che ha appassionato le mie allieve ed i miei allievi

Saga In Canada e presto in Italia le riprese della serie che ha fan in tutto il mondo
Sul set del secondo Twilight: vampiri, passioni (e licantropi)

VANCOUVER — Tra gli alberi dei boschi di Burnaby Park, a un'ora di macchina dalla città, appaiono nella notte fonda pallidi vampiri dagli occhi arrossati e «umani-licantropi-mutaforma» con impermeabili e stivali di gomma, causa il vento gelido e la pioggia. Non succhiano sangue, ma bevono caffè caldo e offrono all'ospite dolcetti alla vaniglia. Si gira New Moon, secondo round della saga Twilight, un fenomeno cine-letterario mondiale, che grazie al fascino dark del vampiro innamorato Edward Cullen (l'allampanato inglese Robert Pattinson) ha costretto a tutte le latitudini i genitori ad accompagnare i figli più piccoli a vedere e rivedere «la romantica storia d'amore per eccellenza del cinema contemporaneo» facendo sì che anche i libri di Stephenie Meyer (per ora quattro) diventassero bestseller con 25 milioni di copie vendute nel mondo. In barba alle critiche di Stephen King, che li ha definiti «ciarpame».
... Passata la notte tempestosa di una scena clou, dopo poche ore di sonno, ecco tutti di nuovo sul set nella tarda mattinata, di fronte a una scuola dove sciami di ragazzi si incontrano. Spiano con gli zainetti sulle spalle Bella, che arriva a tutto gas in moto con Jacob perché, ferita nel cuore dalla sparizione del suo vampiro, decide di sfidare con sport estremi e ogni rischio il suo sofferente destino. Il regista è soddisfatto: «Prima di tutto dal cast eccellente. ... Perché a mio parere Twilight è diventato una sorta di fenomeno di culto per i giovani? Rende palpabili i loro desideri più segreti, le paure, il sogno di immortalità per amore». Spiega: «La saga coniuga in modo casto l'eterno binomio di amore e morte e miscela veleni e tenerezze. In questo secondo film l'ingresso dei licantropi è determinante, ma smentisco nel modo più assoluto che ci siano gelosie e tensioni tra il protagonista del primo film, Robert Pattinson, e Jacob/Taylor, alla guida dei licantropi e che interpreta scene in cui può mettere in pratica i suoi reali dodici anni di studio delle arti marziali. Sento la responsabilità dell'attesa di New Moon, che ha più elementi sovrannaturali del primo: è la storia di un cuore spezzato e della sua ricomposizione. Ho pensato, dirigendolo, al Dottor Zivago.
I protagonisti sono cresciuti, ma la loro emotiva sensazione di sentirsi perduti per sentimenti forti e malati, come spesso è romanticamente malata l'adolescenza, è salda». Kristen Stewart, attualmente sugli schermi Usa con un personale successo di critica nella commedia Adventureland, dice: «L'amicizia è la componente più importante di questa seconda puntata, segna una svolta. È una storia a molte facce di triangoli amorosi e repressioni, una crescita con passaggi nel tempo e senza tempo, con una angolazione che mi rende orgogliosa: la sete sincera di emozioni vere, non stereotipate. I miei film preferiti sono Improvvisamente l'estate scorsa e Un posto al sole. Twilight, per me, ha le stesse, sofferte lacerazioni». Robert Pattinson dice che «il fenomeno Twilight» ha conquistato le platea perché racconta «vite e tormenti di outsider, travolti da una sorta di romantica febbre, che fa diventare lo spettatore parte del puzzle delle loro giovinezze. La mitologia, poi, ha un peso determinante nell'intreccio reale e fantasy».
Giovanna Grassi

mercoledì 13 maggio 2009

l'amicizia

Adolescenti alla scoperta della sessualità



La gran parte dei ragazzi e delle ragazze di 15-16 anni sono disorientati, e spesso spaventati, di fronte ai nuovi bisogni sollecitati dalle pulsioni corporee con le quali sono alle prese.Così la “prima volta” - come i ragazzi la definiscono - sembra essere vissuta come il trampolino da cui spiccare il balzo verso la definizione del proprio essere maschio o essere femmina: “solo dopo averlo fatto sarò sicuro di essere veramente un maschio”, afferma un ragazzo durante una discussione. Il primo rapporto è ambito e desiderato (“penso che dia come la sensazione di un trionfo!” - maschio), ma al tempo stesso temuto come punto di non ritorno (“si rischia di rovinare tutto” - femmina), o come qualcosa di ancora troppo grande per sé (“ho paura di non essere capace” - maschi e femmine), comunque come il segnale di un importante cambiamento dell’immagine di sé (“dopo c’è una maggior consapevolezza dei sentimenti...” - femmina -, “si abbandonano le fantasie, si diventa più responsabili...”, oppure “cambia il modo di considerarsi...” - maschi e femmine ).Per ognuno la sessualità assume significati diversi e non è certamente fine a se stessa, ma è legata a parecchi altri aspetti della crescita, in primo luogo al rapporto con i genitori. In particolare sembra sia molto difficile per i ragazzi pensare alla “prima volta”, o ipotizzare come potrebbe essere, senza coinvolgere i genitori. Essi, esclusi di fatto dall’esperienza dei figli, sono comunque presenti nei loro pensieri e nelle loro fantasie, come figure da cui staccarsi, come coloro che, se lo sapessero, li caccerebbero di casa (particolarmente i genitori delle femmine). Oppure come coloro che invece ne sarebbero orgogliosi (specialmente i genitori dei maschi), che mai penserebbero che il loro bambino o la loro bambina potrebbe fare certe cose, ecc.D’altra parte, per i ragazzi il compito evolutivo fondamentale è quello di separarsi dai genitori, per sperimentare se stessi da soli. E questo compito è particolarmente faticoso da portare avanti, perché richiede di lasciare le vecchie sicurezze per appropriarsi di nuove possibilità, fra le quali quella di vivere una propria vita sessuale, esattamente come fanno i genitori. Così compare spesso la conflittualità nel rapporto con loro, ma anche il bisogno di restare aderenti ai modelli che propongono, un rivendicare la propria libertà ed i propri diritti, ma al tempo stesso il desiderio che i genitori contengano questa libertà con regole e limiti ben definiti. di Marino Losavio, psicologo psicoterapeuta

domenica 10 maggio 2009

La Peer Education, Prof. Vertecchi


La sua traduzione letterale è educazione tra pari, e la spiegazione di questo concetto che ci rappresenta è - nel linguaggio ufficiale e, ahimé, inevitabilmente "accademico" - la seguente: l'educazione tra pari è una strategia educativa volta ad attivare un processo naturale di passaggio di conoscenze, di emozioni e di esperienze da parte di alcuni membri di un gruppo ad altri membri di pari status. Ovvero, secondo questa prospettiva, è un intervento che mette in moto un processo di comunicazione globale, caratterizzato da un'esperienza profonda e intensa e da un forte atteggiamento di ricerca di autenticità e di sintonia tra i soggetti coinvolti. Comunque, questa pratica va oltre il momento educativo e diviene una vera e propria occasione per il singolo adolescente, il gruppo dei pari o la classe scolastica, per discutere liberamente e sviluppare momenti transferali (cioè passaggi di esperienze, competenze e partecipazioni, ...) intensi. Molto efficace, ad esempio, e forse più usato finora, è il cosiddetto metodo tutoriale, che utilizza un peer tutor, cioè uno studente che sappia già fare con padronanza il compito di apprendimento e che utilizza il "lavoro cooperativo" in un piccolo gruppo, per facilitare l'apprendimento di uno o più allievi con problemi in quel settore di contenuto.

Perchè educare all'affettività


La scuola è chiamata a prendersi cura dei suoi alunni, quindi, ad occuparsi
integralmente di loro. Questa, però, viene scelta dai genitori e da qui inizia la
stipulazione del contratto formativo. Tutti i soggetti coinvolti sono responsabili del
processo di crescita di ognuno. Così come noi docenti ci impegniamo
nell’alfabetizzazione culturale, è altrettanto importante che ci si occupi di
un’alfabetizzazione affettiva. Sono molti gli studi che ci hanno messo in evidenza
quanto l’apprendimento sia fortemente influenzato dalla sfera affettiva. Chiunque operi
nel campo educativo all’interno o all’esterno dell’istituzione sente la fragilità delle
persone con cui viene a contatto: aumentano i bambini aggressivi, violenti, depressi,
difficili da gestire ed i genitori con cui è difficile stabilire relazioni costruttive. Tutti
sintomi che manifestano un disagio, un malessere.
Come si può pensare di proporre istruzione a chi non sta bene con sé?
Risveglio
Qualunque fiore tu sia, quando verrà il tuo tempo, sboccerai. Prima di allora una lunga e fredda notte potrà passare. Anche dai sogni della notte trarrai forza e nutrimento. Perciò sii paziente verso quanto ti accade e curati e amati senza paragonarti o voler essere un altro fiore, perché non esiste fiore migliore di quello che si apre nella pienezza di ciò che è. E quando ciò accadrà, potrai scoprire che andavi sognando di essere un fiore che aveva da fiorire.