La gran parte dei ragazzi e delle ragazze di 15-16 anni sono disorientati, e spesso spaventati, di fronte ai nuovi bisogni sollecitati dalle pulsioni corporee con le quali sono alle prese.Così la “prima volta” - come i ragazzi la definiscono - sembra essere vissuta come il trampolino da cui spiccare il balzo verso la definizione del proprio essere maschio o essere femmina: “solo dopo averlo fatto sarò sicuro di essere veramente un maschio”, afferma un ragazzo durante una discussione. Il primo rapporto è ambito e desiderato (“penso che dia come la sensazione di un trionfo!” - maschio), ma al tempo stesso temuto come punto di non ritorno (“si rischia di rovinare tutto” - femmina), o come qualcosa di ancora troppo grande per sé (“ho paura di non essere capace” - maschi e femmine), comunque come il segnale di un importante cambiamento dell’immagine di sé (“dopo c’è una maggior consapevolezza dei sentimenti...” - femmina -, “si abbandonano le fantasie, si diventa più responsabili...”, oppure “cambia il modo di considerarsi...” - maschi e femmine ).Per ognuno la sessualità assume significati diversi e non è certamente fine a se stessa, ma è legata a parecchi altri aspetti della crescita, in primo luogo al rapporto con i genitori. In particolare sembra sia molto difficile per i ragazzi pensare alla “prima volta”, o ipotizzare come potrebbe essere, senza coinvolgere i genitori. Essi, esclusi di fatto dall’esperienza dei figli, sono comunque presenti nei loro pensieri e nelle loro fantasie, come figure da cui staccarsi, come coloro che, se lo sapessero, li caccerebbero di casa (particolarmente i genitori delle femmine). Oppure come coloro che invece ne sarebbero orgogliosi (specialmente i genitori dei maschi), che mai penserebbero che il loro bambino o la loro bambina potrebbe fare certe cose, ecc.D’altra parte, per i ragazzi il compito evolutivo fondamentale è quello di separarsi dai genitori, per sperimentare se stessi da soli. E questo compito è particolarmente faticoso da portare avanti, perché richiede di lasciare le vecchie sicurezze per appropriarsi di nuove possibilità, fra le quali quella di vivere una propria vita sessuale, esattamente come fanno i genitori. Così compare spesso la conflittualità nel rapporto con loro, ma anche il bisogno di restare aderenti ai modelli che propongono, un rivendicare la propria libertà ed i propri diritti, ma al tempo stesso il desiderio che i genitori contengano questa libertà con regole e limiti ben definiti. di Marino Losavio, psicologo psicoterapeuta
L'attualità del male
1 settimana fa
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