domenica 24 maggio 2009

La peer education contro la cultura dello sballo



Sono tre i suggerimenti che Vittorino Andreoli, psichiatra di fama internazionale, ... ha consegnato alla platea di adulti - c'ero anch'io - che ha seguito la sua conferenza: non sentitevi onnipotenti, anche voi sbagliate; evitate di dire "ai miei tempi", perchè le cose sono radicalmente cambiate e i confronti non sono possibili; ammettete con i vostri figli che anche voi siete fragili. Andreoli è stato invitato per parlare dei giovani. Oggi il mondo adolescenziale - ha detto lo psichiatra - è portato alla distruttività, è vittima di pulsioni di morte. Il 14% dei ragazzi accusa episodi di depressione clinica, che non è tristezza o malinconia, ma una vera e propria malattia. L'alcol, le sostanze che procurano dipendenza sono spesso scorciatoie che i giovani praticano nel tentativo di risolvere i loro problemi.Andreoli ha elogiato l'iniziativa del Comune che ha promosso un programma di 'peer education', che vuol dire letteralmente di 'educazione tra pari', da intendere in termini di età. E' più facile che i ragazzi ascoltino i loro coetanei che gli adulti: questo il principio. Il programma ha coinvolto in una attività formativa una settantina di giovani, dai 16 ai 24 anni. Il loro compito sarà quello di entrare nei bar e nei luoghi di ritrovo frequentati dagli adolescenti per testimoniare che è possibile divertirsi, fare festa, stare con tutti anche senza sballarsi. L'invito che rivolgeranno sarà, in primo luogo, quello a non bere. Molti gestori di bar hanno già dichiarato la loro disponibilità a sostenere il progetto. Per Andreoli ci sono spazi in cui la comunicazione tra ragazzi è enormemente più efficace delle forme tradizionali di educazione, gestite dagli adulti: genitori o insegnanti.

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